Di recente, mi sono trovata ad esplorare una dimensione della vita che, fino ad oggi, avevo tenuto a distanza. Era come se la osservassi di sfuggita, un po’ di striscio, mantenendo sempre una certa cautela. Una mia cara amica mi definisce “pragmatica,” ed effettivamente credo che abbia ragione. Tutto ciò che insegno e propongo ha solide basi scientifiche, anche quando può sembrare che io stia facendo magie. In realtà, tutto ciò che faccio è frutto di una profonda conoscenza degli esseri umani e delle leggi che regolano la vita.
Eppure, improvvisamente, la mia “asticella” della conoscenza si sta spostando verso un mondo meno facilmente spiegabile dalla scienza, anche se, a ben guardare, è tutto perfettamente possibile e naturale.
Allora, perché essere scettica di fronte a nuove esperienze e prospettive, quando in un solo giorno mi capita di ascoltare storie sulla creazione di oggetti sacri da parte di Paramahamsa Sri Swami Vishwananda e sull’incontro con extraterrestri, evento che Eugenio Siragusa descriveva come assolutamente naturale?
La mia mente razionale vacilla di fronte a concetti come il darshan, una benedizione o uno scambio di energia così profondo che ancora oggi fatico a comprendere appieno.
Che esperienza misteriosa: mi bastano 60 secondi di contatto visivo profondo con i grandi occhi neri di Guruji per sentire dentro di me l’inizio di una trasformazione profonda. Com’è possibile? Quali sono gli effetti fisici e scientifici di un’esperienza del genere?
Ed è proprio qui che la mia conoscenza delle frequenze, della risonanza, della fisica quantistica e dei processi di collasso della realtà mi offre una sensazione di tranquillità. Non è magia, è qualcosa di accessibile a ciascuno di noi, un potenziale insito nella nostra natura umana ma contemporaneamente divina che si manifesta.
Quando scopriremo veramente chi siamo?

“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”
Lavoisier – principio di conservazione della massa
